Allora ci spiano? Veramente le cose sono più complicate . . .

Recentemente un noto programma televisivo ha dichiarato che la maggior parte dei prodotti cinesi potrebbero spiare gli italiani: a prima vista tale affermazione si colloca a metà tra la bufala e la possibilità fantascientifica.

Forse ci era sfuggito che da oltre un ventennio si è affermata l”internet of things” (1999) ovvero la possibilità per alcuni oggetti di comunicare lo stato di funzionamento e gli errori del software in modo del tutto automatico al proprio produttore.

Fin dagli albori il sistema Windows prodotto dalla Microsoft prevedeva il collegamento con i server californiani, ai quali inviava rapporti di funzionamento regolari oltre ai propri codici indentificativi e alla posizione in cui si trovava, ovviamente tale sistema é stato implementato nel tempo ma mai nessuno ha accusata la Microsoft di spionaggio a favore del governo americano.

Tale sistema di rilevamento si é presto esteso a molti se non tutti i software attuali, la maggior parte di produzione americana, a partire dagli antivirus che inviano rapporti periodici di funzionamento e di scansione dei dati del computer ai propri server situati in varie località generalmente americane.

Anche per i sistemi di allarme e telerilevamento è previsto un controllo di gestione che è implicitamente incluso nel contratto di acquisto, e comprende la rilevazione delle anomalie, la riparazione e l’aggiornamento automatico del software quando possibile e l’invio di report al produttore oltre alla possibilità per l’utente di disporre e telecomandare il dispositivo da remoto con un telefono palmare e ricevere suoni e immagini quasi in diretta oltre a report e allarmi.

Modalità similari sono previste anche per elettrodomestici intelligenti e sistemi evoluti di riscaldamento.

Le telecamere IP che sono dotate di sistemi di rilevamento immagini hanno modalità similari e possono inviare immagini all’utente direttamente sul telefono palmare e report sul loro stato di funzionamento oltre a poter essere reimpostate da remoto quando ciò sia previsto.

Forse dovremmo chiederci perchè mai un governo o un altro stato dovrebbe spiarci visto che tutte le attività italiane si svolgono praticamente alla luce del sole e non abbiamo segreti particolarmente appetibili . Occorre considerare che l’invio di immagini richiederebbe una mole di dati enorme verso altri paesi intasando letteralmente i canali telematici mentre i report sullo stato di funzionamento sono costituiti da pochi bytes e anche gli aggiornamenti software per correggere i numerosi bugs arrivano al massimo a qualche Megabytes.

Diverso invece è il tipo di trasmissione da computer che richiede molti dati e aggiornamenti piuttosto corposi che sono previsti dal contratto di servizio della macchina o del software.

Un tempo i computer si bloccavano e occorreva rivolgersi ad un centro di sevizio tecnico mentre oggigiorno grazie alle analisi continue, ai report periodici e agli aggiornamenti con le dovute correzioni ciò non si verifica più.

Allo stesso modo anche i telefoni palmari si autoaggiornano come gli smart-band e molti dispositivi dotati di intelligenza artificiale.

Non per questo ci sentiamo spiati o violati nella nostra privacy o intimità che dir si voglia.

Ovviamente se un servizio o agenzia di uno stato volesse violare questi dispositivi potrebbe anche farlo probabilmente con successo, ma i costi di una tale operazione non sarebbero giustificabili per la mole di dati che sarebbe necessario processare e il lavoro necessario per estrapolare dati utili per qualcosa.

Per questi motivi è decisamente assurda l’ipotesi che un altro paese benchè fornitore di piccola tecnologia come le telecamere abbia la necessità, la voglia e il tempo di spiarci, benchè in teoria tutto sia possibile a costi esorbitanti.

Parlando di computer invece potrebbe essere possibile poiché l’analisi dei dati e dei software installati è una delle tante funzioni di report previste da alcuni sistemi operativi tra cui Windows, funzione che non é prevista nei sistemi non commerciali come Linux.

Gli stessi motori di ricerca americani come Google, acquisiscono immagini dei telefoni cellulari e informazioni degli utenti che vengono registrate e messe in rete senza peraltro comunicare ogni volta quello che fanno.

Quindi perchè accusiamo un paese di spionaggio mentre altri paesi no? (USA in testa)

Sembra una guerra commerciale come quella di Trump contro un’azienda rivale come la Huawei che ha il solo torto di avere investito milioni di dollari in tutto il mondo USA compresi e di volerne ricavarne degli utili mentre gli investimenti di Trump nel settore telefonico americano sono apparsi in ribasso.

Questo nel nostro paese si chiama conflitto di interessi esplicito.

Allora dovremmo applicare un embargo immediato contro molti prodotti americani e creare delle alternative non monopoliste in Europa a cominciare dal sistema operativo Windows, peccato che non esista una valida alternativa perfettamente compatibile.

Forse i governi in Italia forse dovrebbero investire maggiormente e facilitare gli investimenti nazionali nel nostro paese riducendo le tasse o azzerandole per la ricerca di qualunque tipo, medica, farmaceutica, tecnologica, informatica invece di cercare capri espiatori per accusare altri delle inefficienze.